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L'uomo davvero intelligente

"L'uomo, animale dotato di ragione, viene al mondo per porre domande. Più domande fa e più progredisce nel campo della conoscenza e della scienza. Tutta la civiltà si è sviluppata a partire dalle innumerevoli domande che le giovani generazioni hanno rivolto agli anziani. Le risposte che gli anziani danno ai più giovani permettono alla civiltà di progredire passo dopo passo. Tuttavia, l'uomo veramente intelligente s'interroga su ciò che accade dopo la morte con domande sempre più approfondite, mentre altri, meno intelligenti, si soffermano su domande di minore importanza. [...]


Finché è nel pieno del suo vigore, l'uomo dimentica la dura realtà della morte a cui non può sfuggire, perciò non s'interroga sui veri problemi dell'esistenza. Ognuno di noi pensa di non dover mai morire, sebbene a ogni istante la morte si manifesti in modo evidente, proprio davanti ai nostri occhi. Su questa base è possibile distinguere il comportamento umano da quello animale. La capra, per esempio, non reagirà davanti alla morte imminente, anche se un suo simile viene abbattuto sotto i suoi occhi. Allettata dall'erba fresca che le si offre, la capra attenderà tranquillamente il suo turno, senza muoversi. Ma se un soldato vede che un suo compagno sta per essere ucciso dal nemico, combatte per salvarlo o tenta di fuggire per non fare la stessa fine. Questa è la differenza tra l'uomo e la capra.

L'uomo intelligente sa bene che la morte è nata insieme con lui; infatti sa di morire un po' a ogni istante e sa che il colpo finale gli sarà dato alla scadenza del tempo a lui concesso. Si prepara dunque per la prossima vita, o meglio, per la sua liberazione, che metterà fine alla condizione morbosa rappresentata dalla ripetizione di nascite e morti.
Lo stolto, invece, ignora che la condizione umana è la conclusione di una serie di nascite e morti che le leggi della Natura gli hanno imposto nel passato. Ignora che ogni essere vivente è un'anima eterna che non conosce né la nascita né la morte.

Nascita, morte, vecchiaia  e malattia sono infatti condizioni esterne, imposte all'essere vivente a causa del suo contatto con la natura materiale e a causa della dimenticanza della sua natura divina, eterna, e della sua unità qualitativa col Tutto assoluto.

La condizione umana offre l'opportunità di conoscere questa verità eterna. [...] L'uomo ha il dovere - adesso che beneficia del privilegio di avere la forma umana - d'interrogarsi sul Brahaman, sulla Verità Assoluta.

Gli uomini poco intelligenti non si preoccupano dell'altra esistenza, quella spirituale; preferiscono porre domande senza valore che non riguardano il loro eterno avvenire. Fin dalla tenera infanzia interrogano padre, madre, maestri e professori, libri e altre fonti di conoscenza, ma trascurano le informazioni relative alla vera esistenza. [...]


L'ignoranza dei misteri della vita e della morte è ciò che distingue l'animale dall'uomo, perché colui che può essere definito uomo nel vero senso della parola s'interroga sulla sua identità. Da dove veniamo e dove andremo dopo la morte? [...]
Le domande cominciano a sorgere fin dall'infanzia e si succedono durante il corso di tutta la vita.

Alcuni, però, non s'interrogano mai sui problemi fondamentali dell'esistenza e scendono così allo stesso livello degli animali, Infatti, non esiste alcuna differenza tra l'uomo e l'animale per quanto riguarda le quattro attività principali della vita animale: ogni essere vivente, per sopravvivere, deve mangiare, dormire, difendersi e accoppiarsi. Ma solo la condizione umana è destinata alla ricerca della vita eterna e della Trascendenza. Questa ricerca deve guidare i passi dell'uomo. [...]

Colui che non rivolge domande relative ala vita spirituale ricadrà sicuramente nel regno animale secondo le leggi della Natura. Perciò, anche se uno sciocco sembra che abbia grande conoscenza nel campo della scienza materiale - cioè nell'arte di mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi - non potrà sfuggire alle mani crudeli della morte: questa è la legge della Natura.
Questa legge funziona secondo tre influenze: virtù, passione e ignoranza.
Le persone guidate dalla virtù si qualificano per l'esistenza spirituale, di ordine superiore, quelle dominate dalla passione conservano la posizione che occupano nel mondo materiale e quelle avvolte dall'ignoranza cadranno certamente tra le specie inferiori.


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Le strutture stesse della nostra società moderna corrono grandi rischi perché non includono le risposte alle domande principali, che riguardano gli aspetti essenziali dell'esistenza. Gli uomini non sanno che, come animali, saranno giustiziati dalle leggi della Natura. Essi sono soddisfatti con una manciata d'erba verde, nella forma della cosiddetta bella vita, proprio come capre che stanno per andare al mattatoio.

Si chiama grhamedhi l'uomo che è legato, come la capra destinata al mattatoio, a considerazioni di carattere familiare, sociale, nazionale o umanitario relative ai problemi e alle preoccupazioni della vita animale - mangiare, dormire, difendersi e accoppiarsi - e che non possiede alcuna cognizione nel campo della Trascendenza. Quest'uomo non è migliore di un animale.
Colui che è animato da preoccupazioni di carattere materiale, e quindi temporanee, nel settore della medicina, della politica, dell'economia, della cultura, dell'educazione, ecc., ma non si pone le domande fondamentali della vita spirituale, dev'essere considerato come un cieco che, trascinato dai sensi, corre verso un precipizio. [...]
Cieco riguardo al suo avvenire, egli non è in grado di porsi domande profonde. Le catene dell'attaccamento lo legano a tutto ciò che di falso ha conosciuto durante la vita, ed è questa la sua unica caratteristica. [...]
Questi grhamedhi [...] perdono il loro tempo prezioso ad accumulare denaro oppure, se hanno abbastanza denaro, ad accrescere le comodità della loro famiglia. Il loro tenore di vita e i loro bisogni personali aumentano in proporzione al loro reddito, e così spendono a non finire, senza mai essere sazi. In questo modo si spiega la competizione in continuo aumento che si osserva nel quadro dello sviluppo economico, con la conseguenza che l'uomo non può vivere in pace in nessuna parte del mondo. [...]
Privo d'intelligenza, non solo il grhamedhi non realizza la natura transitoria del particolare corpo che ha acquisito, ma è anche incapace di vedere nella loro vera prospettiva gli avvenimenti che si susseguono nella sua vita quotidiana. [...] A volte è consapevole che tutti i suoi parenti e amici moriranno un giorno o l'altro, e che lui stesso, la famiglia, la società, la patria e altri simili 'scenari' non sono che bolle nell'aria, effimere e senza valore permanente. Ciò nonostante insegue follemente queste condizioni temporanee e non s'interessa affatto dei problemi essenziali.

Non ha la minima idea di ciò che gli accadrà dopo la morte e lavora per migliorare temporaneamente la condizione materiale della sua famiglia, della società o del suo Paese, ma non si preoccupa mai del suo futuro né di quello degli altri, eppure tutti devono incontrare prima o poi la fine della presente vita.

'Come guadagnare più denaro?', 'Come spenderlo?', queste domande assillano la mente di tutti, ma in fin dei conti è Madre Natura che provvede ai bisogni dell'uomo. [...]
I materialisti ambiziosi si limitano a studiare alcune leggi della Natura, ma non si preoccupano mai di conoscere Colui che le ha create. In realtà, la maggior parte di loro non crede nell'esistenza di un Essere Assoluto, di un Dio Supremo sotto la cui direzione la Natura agisce. Preferiscono interessarsi solo dei princìpi che regolano l'interazione dei differenti elementi, trascurando l'autorità ultima che permette a questi fenomeni naturali di prodursi; in questo campo, essi non hanno né domande né risposte valide da offrirci.

Ogni uomo ha dunque il dovere di fare domande pertinenti su Dio e tornare così nel Suo regno."


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Tali insegnamenti, proferiti da Shri Shrimad A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (meglio noto come Shrila Prabhupada), fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, sono riportati all'interno del testo "La Scienza del Sé - L'autorealizzazione", edito da The Bhaktivedanta Book Trust.


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